martedì 30 agosto 2011

Not(t)e di fine estate

Domenica scorsa sono stata al Busker Festival di Ferrara, assistendo alle esibizioni di molti artisti da strada. Chi più chi meno mi ha veramente impressionato, ma credo che l'esibizione che maggiormente mi ha colpito è stato sul gran finale, al Busker Night, dove sul palco si sono susseguiti svariati gruppi... e un artista solitario che è stato quello che mi ha folgorato, insieme al suo strumento: Eliah Levy, di San Francisco. Per chi non lo conoscesse, ecco qui una sua esibizione:


Oltre alla bravura dell'artista - che mi ha lasciato a bocca aperta -  sono rimasta affascinata dallo strumento che suona, che altri non è che il Chapman Stick. Mi ha rapito non solo il suono, non solo il modus suonandi, (passatemi il termine) ma soprattutto le melodie che riesce a produrre. Ovviamente bisogna saperci fare, non è certo uno strumento che si impara facilmente come una chitarra classica. Però...che vi devo dire? Me ne sono innamorata. L'unica pezza è il prezzo proibitivo: i più economici si aggirano sui 1500 euro. Il mio rivenditore di fiducia mi ha detto che non ha problemi a fare una rateizzazione (contando che comunque bisogna ordinarli dalla California perché la sola e unica ditta che li produce - Chapman appunto - si trova là), però ovviamente è un investimento per il quale ci devo pensare molto, molto bene: insomma, come tutti, i soldi non li gratto dai muri....

Tuttavia da quando ho visto questo strumento non ho pensato ad altro. Forse perché collima tutto ciò che amo nella tastiera e nella chitarra e allo stesso tempo ne elimina i difetti: il tapping è diverso da quello di una chitarra normale (ha una action molto più bassa), basta "toccare" appena la corda sul tasto voluto per avere un suono pulito, proprio come una tastiera. Allo stesso tempo le sonorità delle corde basse, molto profonde, danno allo stesso tempo la ritmica e l'accompagnamento, di tutto rispetto tra l'altro (PS: in un comune stick, sono 10 corde, 5 basse e 5 melodiche. Non a caso molti bassisti fanno dello stick il loro strumento di punta, ma lo considero uno spreco...). Tra l'altro, l'unico limite per cui non ho mai suonato la tastiera è perché spesso e volentieri nell'area visiva non riesco a far rientrare entrambe le mani, quindi sbaglio spesso. Qui no: ho la visione periferica che abbraccia entrambe le mani (data la posizione verticale dello strumento) e quindi sono facilitata. Attenzione, non sto dicendo che è più facile da suonare, ma di certo non pone ostacoli più di quanto non lo faccia una tastiera o una chitarra.
Con la corretta amplificazione (niente di troppo elaborato comunque) si raggiungono livelli di sonorità assolutamente incantevoli.

Insomma, per dirla tutta, ci sto pensando seriamente, perché come strumento da solista mi attrae tantissimo. Tra l'altro ho saputo, con immenso dispiacere, che la più famosa sticker italiana, Virginia Splendore, è morta proprio pochi mesi fa. E' veramente un peccato perché ho sentito le sue esibizioni e suonava veramente bene (aveva anche un master sullo strumento, era l'unica in Italia). Se volete sentirla guardate questo video: personalmente adoro il pezzo da 2:46.



E qui... un'altra esibizione più "simpatica", quando l'ho ascoltata mi sono detta: geniale!



venerdì 26 agosto 2011

Odio

Non credevo di poter odiare una persona. Non così tanto.

Non credevo di poter assistere a tanta bassezza, a tanta arroganza, specialmente da una persona che per prima dovrebbe stare zitta. Che non si dovrebbe neanche permettere di fiatare, tantomeno sparare giudizi su  cose che nemmeno conosce spacciandole come verità assoluta e, quel che è peggio, facendomi passare per un mostro agli occhi di tutti gli altri.

Non credevo che per colpa sua avrei visto riflesso nello specchio il sorriso freddo di chi immagina la propria vendetta. Di chi la vede avverarsi. Di chi la agogna, con la calma e la lucidità che precedono le tempeste.

Non credevo di odiare, e la cosa più terribile è che non faccio nulla per impedirlo.
Non stavolta.





giovedì 11 agosto 2011

Pausa estiva, ma niente ozio

Oggi è l'ultimo giorno di lavoro, poi la chiusura di ferragosto della ditta mi concederà un'intera settimana tutta per me. Oddio, dire "per me" è un po' forzato, dato che non sarò a panciolle né al mare né in montagna, ma sarò all'opera, come sempre...
Infatti c'è il mio secondo lavoro editoriale che deve procedere, devo quagliare assolutamente, altrimenti rischio di non farcela per tempo. L'unica pausa che mi concedo è questo weekend, con il mio ragazzo, per festeggiare il nostro quarto anniversario. (Beh, lì non c'è scusa che tenga, vi pare? :-P )


Anche la composizione musicale langue, devo dargli una scossa. Ho in mente qualche interessante spunto, ma li devo tradurre in note e svilupparli al più presto.


Per il resto... scrittura, scrittura. Tanta scrittura. I libri chiedono a gran voce la mia attenzione. Le nuove trame sono solo appunti sparsi, devo dar loro capo e coda. Insomma... ferie per modo d dire, mi devo mettere sotto!