lunedì 1 aprile 2013

Braccia rubate alla metallurgia

Ogni tanto me lo dico, scherzando, ma comincio a nutrire seri dubbi... E no, non è un pesce d'aprile :-P

Scherzi a parte, ultimamente mi sono messa al lavoro su una nuova armatura da utilizzare per i miei live di GRV. Per chi non lo sapesse, GRV vuol dire "Gioco di Ruolo dal Vivo." Presente Dungeon&Dragons? Ecco, solo che anziché ruolare il personaggio, lo incarnate voi, con tutto l'equipaggiamento del caso. Sono iscritta a GRVItalia, quindi se siete curiosi, vi suggerisco (e vi consiglio caldamente) di darci un'occhio, qui.

Tornando all'argomento armatura, in effetti prima avevo un'armatura di cuoio, ma nuove modifiche e aggiunte nel regolamento mi hanno fatto convenire alla conclusione che sia più conveniente averla in metallo per usufruire di maggiori bonus. Era impensabile inscatolarsi in un'armatura completa: ho uno stile di combattimento molto sfuggente, con spada e mazza, quindi devo potermi muovere agevolmente e non piantarmi come una tartaruga (tattica buona con lo scudo ma non nel mio caso). Ovviamente l'armatura va in alluminio: imbottirsi d'acciaio (che sia cotta di maglia o protezioni singole) significa portarsi dietro qualcosa che può raggiungere anche i 10 Kg. Eeeeeeeeeeeeeeeh... no.

Alluminio, quindi. Però anche qui avevo dei dilemmi. Comprarla da zero? E se mi sta grande? Se è troppo piccolo? Senza contare che avrei dovuto incappare in tempi di spedizione ecc. più ovviamente il prezzo. Facendo due rapidi calcoli, anche sui siti più economici per il LARP, sarei andata incontro a una spesa che superava le 100 euro. No, non esiste.

Ma quando una cosa non esiste, Aky se la inventa...

Mi sono armata di pazienza, di un po' di spazio sul balcone e di un po' di attrezzi: morsa, piccolo incudine di ghisa, seghetto elettrico, raspa e lima da ferro, martello, trapano, cinghie di cuoio e rivetti. Nonché la materia prima: un lastrone 1mx1m di alluminio (spessore 1mm), ricavato a 15 euro (accettabile). Dopo aver disegnato i modelli dell'armatura su carta e averli riportati sull'alluminio con il taglierino, ho cominciato a tagliare. In effetti lavorare sul balcone, assicurando la lastra tra la ringhiera e il mobile opposto, non è stato come avere un tavolo da lavoro, ma me la sono cavata lo stesso. E dire che non ho mai usato il seghetto elettrico in vita mia...


Come potete vedere nella foto, le mie uniche protezioni erano un paio di occhiali da sci e guanti da sci, sempre. Pacchiani? Un poco, ma era tutto quello che avevo a disposizione. E lavorare sul balcone mentre fuori piove ti rende le dita dei ghiaccioli.

Tenete anche conto di una cosa, se volete lavorare l'alluminio: essendo facilmente malleabile, tende a piegarsi mentre lo si sega anche se è tenuto dalle morse. Tenete a portata di mano l'attrezzatura da ribattere il metallo, compresa una piccola sbarra di legno da applicarvi sopra per evitare di lasciare segni quando lo raddrizzate.

Ok, intagliate le sagome era ora di piegare nelle forme desiderate. Come? Semplice: ringhiera del balcone e la forza dosata nei giusti punti... Ma alla fine...


Questi sono i bracciali. Come vedete, c'è anche la raspa per limare i bordi. Non ho avuto nessun incidente mentre lo lavoravo, ma vi assicuro che i bordi frastagliati dell'alluminio sono gran bastardi.
Ok, rifiniti i bordi è il momento di tagliare le cinghie, trapanare laddove serve a mettere le fibbie fissandole coi rivetti e poi fare i buchi nella cinghia (la parte più lunga e noiosa). Ecco il risultato:



Direi buoni, no? Per fare questi bracciali ci ho impiegato più o meno due ore. Tenete in conto che in totale, tra taglio, rivettature, rivestimento e robe varie, ci ho impiegato due giorni belli pieni. Se volete cimentarvi in una cosa simile, vi assicuro che - almeno a parità di attrezzatura - non ci si mette di meno.

Dopo, sono passata agli schinieri. In verità all'inizio ero intenzionata a crearmi dei cosciali - più belli esteticamente - ma dopo ho convenuto che per correre ecc. mi sarebbero stati solo d'intralcio. Allora ho provveduto a disegnarne il modello e poi a intagliarlo (notate anche le mie belle ciabatte "anti-infortunistiche"...):


Dopodiché... olio di gomito e ho dovuto piegarlo. E' stato più difficile dei bracciali, ma alla fine ci sono riuscita e, con eguale procedimento, ho provveduto a mettere le cinghie:



(PS: ma quanto è caruccio il mini-incudine!)

A questo punto sono passata alla protezione del corpo. Qui è stato un bel pensare. Non volevo una "canotta di ferro" perché inscatolarsi in quella maniera, specie d'estate, sarebbe stato un inferno. Poi alla fine ho guardato il mio spallaccio di cuoio, che ha una cinghia orizzontale sotto il seno con un anello davanti e dietro, al centro... ma sì! Faccio due piastre, una sulla schiena e una sul ventre, con una cinghia le fisso all'anello e le fisso con cinghie lateralmente per evitare che ballino, cinghie poi che posso regolare  in base agli indumenti (estivi o invernali) che avrei indossato. Detto, fatto:


Armatura finita, direte voi. E invece no! No, l'elmo ce l'ho già... in realtà così com'è i bordi rischiano di impigliarsi negli abiti o peggio. Anche se sono limati, magari anche solo gli spigoli possono dare fastidio. Allora si riveste di pelle nei punti critici. E vai di mastice!




Nota personale, sottolineo forse l'ovvio ma non importa: usate SEMPRE dei guanti (quelli di lattice vanno benissimo, li vedete in foto) quando usate il mastice, anche per una minima sciocchezza. Se vi cola sul guanto si pulisce in fretta. Sulla pelle, no. Soprattutto, lasciate riposate bene il mastice prima di incollare. So che i tempi di attesa sono lunghi... io per esempio nel frattempo mi guardavo un film :-P

Quindi, l'armatura è completata. Non ho a disposizione una foto decente per far vedere il risultato finale, ma chiudo il post con uno zoom su un dettaglio... l'incisione fatta all'interno del ventrale, che rappresenta il motto della compagnia di guerrieri di cui faccio parte :-)



Ultimo, ma non ultimi per ordine d'importanza, ringrazio Enrico "Elderico" e Matteo "Medoro" per i preziosi consigli sulla lavorazione. Grazie di cuore!