mercoledì 31 ottobre 2012

An Halloween's thought

Ed è una di quelle notti in solitaria, "a hard day's night" come cantavano i Beatles, anche se gli unici scarafaggi con cui hai avuto a che fare in giornata son quelli del lavoro. Una di quelle notti in cui il silenzio potrebbe essere la ninna nanna. E invece attacchi lo stereo, con addosso una stanchezza che ti leva la pelle di dosso, ma imperterrito tieni gli occhi aperti e alzi un poco il volume perché non è ancora il momento di mettere a letto i bambini. Ti chiudi nella stanza con un drink, perché di uscire da solo non ne hai voglia. E non perché sei un fottuto asociale, è perché gli amici sono lontani e la voglia di alcol sorpassa quella di dover guidare al prossimo pub. Potrebbe essere una di quelle sere in cui ti siedi e tiri le somme, e invece è soltanto il momento in cui tutto si sfoga in sordina. Chiudi la porta della stanza con la voglia sfrenata di ingelosire il mondo ignorandolo, ti siedi e metti la tua musica preferita, quella che ti fa dire vaffanculo a chiunque ti abbia messo l'umor nero e ti scarica di dosso quella patina d'apatia che nonostante tutto ti fa sopravvivere in mezzo a gente che definire idiota è dire poco. Sorseggi il drink e aspetti soltanto che ti bussino a chiedere "dolcetto o scherzetto." Sai che il ghigno che hai addosso fa paura davvero.