mercoledì 28 novembre 2012

Rime dantesche per un programmatore (4)

Un dì, a pascer codice dolente
che a caso, volta in volta, mi dà errore
mi binga una mail e vi do mente
e il testo d'essa ghiaccio rende il cuore:
"Di stampe non va nulla, solvi in fretta"
Di spirito divino insulto il nome
e quello che m'annuncia tal disdetta
lo chiamo prima ch'abbia da ridire.
"Buongiorno, sono $Tecnico di $ditta,
che ha il programma?" e senza farmi alché finire
quei urla come Erinni liberata:
"Non va niente, è colpa tua, non contraddire."
La pazienza mia già monca s'è squagliata
e tramando in cor torture disumane
io a lui: "Ma la stampa l'hai avviata?"
La risposta accende in me vendetta immane:
"Mi hai preso per idiota o non sei serio?"
Stai zitta bocca mia, tanto è uguale...
e col remoto accesso indago il vero
finché palese brilla la minchiata:
"Mi vuoi spiegar perché lo stampi A-Zero?"
Di stampa oltre l'A-2 non è dotata
l'applicazione mia, non ne ha ragione."
Lui sfoga una replica incazzata:
"Adesso chiamo il capo e fo questione!"
Ma avendo messo io il vivavoce
il capo mio del favellar coglione
s'accorge e con calma quasi atroce:
"Se è il tecnico di $azienda, digli pirla"
Rispondo, mentre l'altro adesso tace:
"Non so se adesso ha voglia di sentirla."

Rime dantesche per un programmatore (3)


Passando ultim'istanti di lavoro
tra codice ostil e pur cazzeggio
adocchio l'orologio e mi rincuoro:
nel core mio pregusto il buon dileggio
d'Assassin's Creed l'overdose da gioco;
D'un tratto, il citofono e, ancor peggio,
un tizio che molesto è dire poco
insistere all'uscio e guardar dentro.
Già questo sveglia in me velen di foco:
chi èèèèèèè?! Chi mi disturba, che lo sventro?!
Manca poco e vorrei togliere le tende
ma l'omino, d'intelletto forse lento
dimostra scortesia e si protende
bussando e invocando "C'è qualcuno?"
Lo scroto mio a rader terra scende
l'istinto è finger d'esserci nessuno
ma lui vede le luci e insiste ancora
e'l capo, al motto "trenta e fai trentuno"
tradotto "finché dico, tu lavora"
comanda che all'intruso dia ingresso.
Costui, prima di prendere parola
di sedia mia ne fa proprio possesso
"Vorrei parlar di software, quanto costa?"
Alché mi vien da dir "povero fesso,
non posso pronunciar niuna proposta
se tu a me non dici che vuoi pronto"
E lui candido come una supposta
"Discuterne farà venir tramonto"
E tu, brutta cloaca emorroidale
all'ultimo minuto fai l'incontro...
"Mi scusi, il dì venturo può aspettare?"
Quand'ecco che la sua faccia si fa nera
e tono d'arroganza ha il suo parlare:
"Perché, non posso averlo già stasera?"

giovedì 15 novembre 2012

Rime dantesche per un programmatore (2)


Dopo sere a bestemmianti straordinari
si profila a me l'odor della riunione
già da agenda spaventa con gli orari
che del pranzo neanche danno l'illusione
Ci sediamo simil tavola rotonda
e già scorgo il relator capo coglione
che il discorso improvvisa e se lo scorda
Perchéééééé? Lui a parlar non vale cicca!
Ma per me questa gente sembra sorda
e la mia mente sotto torchio ben s'incricca
su questioni di natura commerciale...
Io che c'entro?!?! Perché ho cotal ripicca
di rottura d'apparato genitale?
E quei dati ch'io ho redatto l'altre volte
nessun uomo mostra ben di consultare
alche io alzando mano dico "'Scolte,
dubbi avete di tecnica natura?"
Lor si giran verso me con facce stolte,
l'ignoranza nei lor occhi fa paura
e tra loro si solleva rauca voce
"Ah sei tu che ci stampa ogni visura?"
Dentro me ringhio s'alza di can feroce
neanche san il nome mio gli imbecilli!
e decido di levarmi questa croce
"Sono il tecnico che solve i cavilli
ch'ogni dì mandate senza darmi modo
di rispondervi che già ne avete i grilli"
Manco avessi preso a Cristo un sacro chiodo:
"Non sapevam di tua apparsa in tal incontro!"
E alché la bestia interna scrolla il giogo
e per rabbia chiede sanguinoso scontro;
girandommi verso il mio caporeparto
che avvampa, fa sorriso e poi per contro
"Beh che vuoi, mal che vada odi soltanto."

martedì 13 novembre 2012

Rime dantesche per un programmatore


Martedì, trastullando su un errore
nel codice nascosto e gran fetente
il telefono mi trilla e fa terrore
quando vedo sul display il mittente
e l'identità sua non voglio vera:
Nooooo.... Nooooo! Lo spaccamaroni di cliente!
Rispondo e la sua voce, oscur preghiera,
mi trapana l'orecchio e sa di piaga
"Voglio tutte le modifiche entro sera."
La mia risposta alché si mostra vaga:
"Ma guardi, se tempo neghi per testare
e per fretta dai anche brutta piega
garanzia io non posso assicurare."
Non avessi mai detto cotal blasfemo:
"Son cliente, ciò che dico devi fare!"
E alché la mia pazienza viene meno
e impugnando cor, cervello e denti stretti
la cornetta del telefon stringo e tremo
di gran rabbia e rottura ai cosiddetti;
senza chieder dei colleghi blandi aiuti
mi pronuncio ad esternar giusti rispetti:
"Gran cliente, fottesega e i miei saluti."

mercoledì 7 novembre 2012

Piccole cose

Piccole cose... momenti irrinunciabili.

Quando prendo il caffè al bar, mancano dieci minuti al rientro al lavoro e sto al tavolino a scrivere i miei appunti sulle idee di trama che mi vengono in mente, col sole che entra dalle vetrate e mi scalda la punta degli stivali.
Quando mi appollaio su un muretto perché i posti in sala d'attesa alla stazione sono finiti e ho comunque voglia di leggere, nel casino dei fischi dei treni e della gente che ti sciama attorno urtandoti il trolley.
Quando mi fermo su una delle panchine del parco ad ascoltarmi la musica con l'ipod, sdraiandomi sotto il sole quando le giornate solo calde, anche solo per quei cinque minuti che mi permettono di chiudere gli occhi e sgombrare la mente.
Quando sono sul balcone di casa mia prima di mettermi a lavorare al mio pc, accendendo la pipa e tirando due boccate, oppure con una birra gelata in mano; appoggiata alla ringhiera, ascolto il calare della sera, o per meglio dire, ne gusto la quiete perfetta mentre le stelle si accendono una a una.
Quando sono nella vasca e mi immergo completamente, apprezzando quell'unico silenzio che è permesso al mio orecchio ronzante finché i polmoni reggono il fiato.
Quando sono sola a casa e il cane mi si addormenta sui piedi mentre leggo un libro sul divano.
Quando durante le trasferte lavorative passo lungo la panoramica e apprezzo il paesaggio della mia bellissima Asgard.

Quelle piccole cose che, per quanto schifosa e allucinante sia stata la giornata, riescono davvero a scrollarmi di dosso ogni brutto pensiero.


mercoledì 31 ottobre 2012

An Halloween's thought

Ed è una di quelle notti in solitaria, "a hard day's night" come cantavano i Beatles, anche se gli unici scarafaggi con cui hai avuto a che fare in giornata son quelli del lavoro. Una di quelle notti in cui il silenzio potrebbe essere la ninna nanna. E invece attacchi lo stereo, con addosso una stanchezza che ti leva la pelle di dosso, ma imperterrito tieni gli occhi aperti e alzi un poco il volume perché non è ancora il momento di mettere a letto i bambini. Ti chiudi nella stanza con un drink, perché di uscire da solo non ne hai voglia. E non perché sei un fottuto asociale, è perché gli amici sono lontani e la voglia di alcol sorpassa quella di dover guidare al prossimo pub. Potrebbe essere una di quelle sere in cui ti siedi e tiri le somme, e invece è soltanto il momento in cui tutto si sfoga in sordina. Chiudi la porta della stanza con la voglia sfrenata di ingelosire il mondo ignorandolo, ti siedi e metti la tua musica preferita, quella che ti fa dire vaffanculo a chiunque ti abbia messo l'umor nero e ti scarica di dosso quella patina d'apatia che nonostante tutto ti fa sopravvivere in mezzo a gente che definire idiota è dire poco. Sorseggi il drink e aspetti soltanto che ti bussino a chiedere "dolcetto o scherzetto." Sai che il ghigno che hai addosso fa paura davvero.

venerdì 24 agosto 2012

Citazioni (2)


«Risparmiami le fesserie poetiche su ferite e cicatrici. Fanno un male fottuto all'inizio, fanno un male fottuto anche dopo che si sono richiuse. L'unico trofeo di battaglia che puoi vantare è l'aver salvato la pelle mentre compi il tuo dovere, e i segni che ti trascini addosso sono la prova che potevi fare meglio. Quindi taci e prega di non dover mai gareggiare in una competizione simile. Perderesti.»

[cit. "Banshee", altro incompiuto]

Citazioni (1)


‎"I corvi? Arrivano quando il mondo è fermo. Ti lasciano il dubbio che ogni cosa sia finita o che tutto abbia ancora da incominciare. E' quando ti fissano, lì, appollaiati sui rami, che hai la precisa sensazione dell'Ascia che sta per mulinare. Quando sei certo che stiano valutando da che parte cominciare a spolparti e quali porzioni siano le più succulente. Nah, non fare quella faccia schifata. Credi che i vermi siano più signorili, quando c'è da mettersi a tavola?"

[cit. "Maelstrom", un'idea folle che mi è balzata in mente]

martedì 10 luglio 2012

Non manca molto...

Ormai è un conto alla rovescia.
Con alle spalle un editore con tutti i crismi (per questione di riservatezza/suspance non vi dico chi, ma vi assicuro che è tosto) e un contratto di pubblicazione SERIO, siamo giunti a pochi mesi dall'uscita del libro a 4 mani.
Tra un paio di mesi massimo (finir dell'estate) comincerà l'attività di teasing e allora... allora rivelerò nomi, titoli e quant'altro.

Se questo post vi sembra scarno, è perché non sono ancora riuscita a realizzare del tutto...

martedì 3 luglio 2012

Enjoystick Meeting - Erice (A dream on the way to the sea)

Ho passato una delle settimane più incantevoli della mia vita.
A fine maggio ho partecipato a un meeting denominato "Enjoystick" organizzato dall'associazione Megabass in cui si sono radunati tutti gli appassionati dello strumento assieme ai più grandi nomi del settore. Se nomi come Greg Howard, Guillermo Cides, André Pelat e Andrea "Atreio" Marcucci non vi dicono nulla, beh... andate a documentarvi perché non sapete cosa vi perdete.
Il luogo del meeting era a Erice e, nonostante l'immane sbatta di farsi 17 ore di andata e 25 di ritorno in treno ("ringrazio" il mio maledetto orecchio per questo inconveniente e soprattutto ringrazio il trasporto ferroviario meridionale che fa veramente miseria, mi spiace dirlo), ne è valsa la pena. In assoluto.


Non so neanche da dove cominciare. Potrei cominciare da Erice, che è STUPENDA. Pedonale, porfido antico, la si raggiunge in funivia (e che panorama su Trapani e sul mare!) e il clima è stato clemente... anzi! La sera c'era ancora da portarsi la giacca perché tirava un vento...
La location del nostro pernottamento nonché del pranzo è stata a dir poco azzeccata: vicina al luogo delle lezioni (cosicché TAC, eravamo pronti in aula). Per non parlare del buffet, del Nero D'Avola sempre presente a tavola, della pasticceria a pochi passi che sfornava cannoli più grandi della mia mano... Basta!



Ma il vero successo sono state le persone.
Non avrei mai creduto, anzitutto, di trovare così tanti appassionati. Gente che arrivava persino da Udine (grandi Jacopo e Sergio!). E poi Gabriele, Daniele, Fabrizio, Emanuele... santi numi, undici allievi non sono mica pochi, considerando quanto lo strumento sia "di nicchia" nel nostro Paese. E che dire dei tutor? Uno più bravo dell'altro, anche uno più paziente dell'altro e, soprattutto, uno più divertente dell'altro! Cene e pranzi insieme, una risata dietro l'altra, tra inglese masticato (dalla sottoscritta) e italiano ancora più improvvisato, più i concerti insieme nelle location di Trapani ed Erice più belle che abbia mai visto. Gli artisti sono stati eccezionali... Linda Cushma e Alex Leys, assieme a Guillermo... che sound! Per non parlare di Jacky e Anaka (lei la vedete sotto in foto), dalla voce meravigliosa e dal cuore poetico. 


Ma ci sono anche le soddisfazioni personali... che dire di quando ho suonato Birdland, assieme ad Atreio e con Francesco Canturi alla batteria, proprio sotto il castello in vetta a Erice? Non potevo immaginare palcoscenico più spettacolare!



Durante il meeting, abbiamo avuto anche occasione di presenziare alla mostra dedicata a Virginia Splendore, famosa stickista italiana scomparsa circa un anno fa. Non l'ho mai conosciuta di persona, ma guardare i suoi strumenti, ascoltare la sua musica e vedere le sue foto in quella mostra mi ha reso partecipe dell'emozione che scuoteva un po' tutti, specie chi le era stato accanto.





Non so come ringraziare gli organizzatori... Lino, Daniela, e poi Alessandro che è stato un po' l'autista per molti di noi.
Per il gran finale, non poteva mancare un concerto con l'orchestra vera e propria, suonando "Theme for Volker" di Virginia... cantarla assieme alla musica non ha prezzo.


Ci sarebbero ancora così tante cose da dire... ma non scriverò qui tutto, dato che ci vorrebbe un libro per descrivere un'esperienza del genere. Ora sono a casa, col mio attestato ben incorniciato, e una voglia di comporre a dir poco spasmodica. Già qualcosa ho fatto (se volete ascoltare, trovate il link a sinistra nella sezione "Le mie composizioni") e ancora ho tanto da fare... Di sicuro, se mai le radunerò in un album, lo chiamerò "A dream on the way to the sea", perché questa settimana è stata davvero un sogno.

In ogni caso, di tutta questa settimana non posso non citare i tormentoni:
"Non ti preoccupare!"
"Ponte duro bongo!"
Ma soprattutto: BRAVO ATREIO!!!!! :-D

PS: quasi dimenticavo: tanti, tanti, tanti ma tanti complimenti al mio Alvin (questo nome ha una storia lunga e ve la racconterò in altra sede...). Dopo le corde nuove e il settaggio fatto dalle sante mani di Greg Howard in persona, ha acquisito un timbro che mi mozza il fiato!



giovedì 21 giugno 2012

Mi manchi...

Non ero là quando è successo.
Non ero là quando un malore ti ha strappato via da tutti noi. Ce l'ho con me stessa perché mi ero illusa di avere tutto il tempo del mondo per renderti fiera di me.

Te ne sei andata prima ancora di sapere la notizia che tanto aspettavi, di vedere il risultato delle mie fatiche. Non ho potuto dirti che ho raggiunto il traguardo della pubblicazione, non ho potuto dirti che da qui a qualche mese il mio libro finalmente uscirà.
Posso solo scrivere il tuo nome nella pagina interna e dirti che te lo dedico con tutto il cuore.

Ogni sera bacio l'anello che mi hai regalato. Io non sono credente, per me non c'è il Paradiso, ma spero comunque che tu possa almeno sentirmi, in un modo o nell'altro.

Mi manchi, nonna.

mercoledì 15 febbraio 2012

Carità... pretesa

Allora, premetto che questo episodio risale a due settimane fa, ma se ancora ci sto pensando significa che non ho sbollito del tutto. Sarà perché è stato tirato in una discussione di ieri con conseguente imbestialimento, ma tant'è.

Tutto cominciò appunto due settimane fa, quando venni fermata da un tizio che vendeva cartoline "dipinte a mano" per la "modica" cifra di 10 euro l'una (?!?!?!?!). Ribadisco, cartoline: cioè, se io prendo un pezzo di cartone e vado a stampare l'immagine, ci spendo 1 euro se proprio mi fanno una rapina. Questo da me voleva 10 euro "come offerta per le ragazze madri bisognose" ecc.

Ora, facciamo una premessa. Non sono una persona che si distingue per la carità, ma ogni tanto mi capita di farla a qualcuno che la chiede in strada. Andando a studiare a Bologna ne ho visti parecchi anche in viale Indipendenza e vi assicuro che era gente messa MOLTO PEGGIO. Ricordo che una volta uno mi fece talmente pena che gli comprai un toast al bar a fianco, e quello mi ha ringraziato a non finire. Ha insistito per sapere il mio nome, e quando gliel'ho detto "$mio_nome, che Dio ti benedica". Ok, non poteva sapere che sono agnostica, ma ho apprezzato comunque.

Ora, se davvero vuoi spacciarti per un membro di un'associazione a scopo benefico, spiacente ma mi devi esibire il tesserino. Perché sia sicura che i soldi vadano veramente a chi dici e non nel tuo portafoglio, magari per comprarti delle birre (ci sono, eh, quelli che lo fanno). Non ce l'hai? Bon, basta, fila, niente soldi da me. E qui parte la trafila: "ma no, ma dai, ma so che tu sei una brava ragazza, piccola" (no scusa che hai detto?!?! fa' che ho sentito male, fa' che ho sentito male...) "dai, una donazione, sei una brava persona, io lo so" e qui il tizio ha fatto l'errore di fare (o perlomeno, tentare di fare) un buffetto sul naso. Alché non ci ho visto più. Non l'ho proprio mandato a fare in -bip-, ma di sicuro ha capito che succede quando mi scappa la pazienza. Alla fine, la cosa che mi ha fatto incazzare? Quando me ne sono andata mi ha urlato del tipo che sono una persona che non sa cosa sia la carità e via dicendo, conquistando l'attenzione dei soliti fessi anziani di turno. La carità è stata lasciargli i denti per poter parlare ancora... 'sto beota... Ma la chicca finale: "Tu non hai cuore per i figli degli altri!" e io "Magari prima penso ai MIEI, di figli!" Ok, non ne ho, ma lui che ne sapeva?

Questo non è stato l'unico episodio. Già altre volte mi hanno "beccata" in strada (anche rincorrendomi a volte) per poter chiedere soldi. Ora, chi mi PRETENDE una donazione riceve un NO secco. Sembra però che il concetto non entri nella testa di certe persone, anche quando glielo sbatto in faccia...

Adesso, raccontate l'episodio di cui sopra a gente e conoscente, ma non commettete l'errore che ho fatto io, di farlo davanti a gente BIGOTTA. Che si riempie la bocca di concetti come "carità cristiana" e "aiuto per il prossimo". Se invece non evitate cotale disgrazia, preparatevi il Maalox. Sarà una lunga discussione. Io l'ho fatto e di  Maalox , tra l'altro, non ne ho potuto assumere per via della mia allergia ai medicinali. Vi assicuro che è qualcosa di estenuante. Specie quando se ne escono con certe frasi: "Certo che sei proprio egoista, se avevi soldi potevi darglieli, che ti costava?"
Io sono egoista...?! Non saranno loro che sono imbecilli..?