sabato 24 dicembre 2011

Vigilia

Non scriverò post mielosi tipici da vigilia di Natale... questo post nasce soltanto dalla riflessione sul fatto che, solo un anno fa, stavo creando il book trailer fake del romanzo ancora in corso d'opera. Senza troppe pretese, ma di buon impatto (almeno così mi han detto). Oggi, con il contratto di pubblicazione finalmente firmato, alcune date pronosticate per l'uscita e già al lavoro sul secondo tomo, è strano rivederselo e pensare cacchio! Tempo fa credevo che non avrebbe mai visto la luce, e invece... I miei progetti sono andati ben oltre le mie aspettative in poco tempo. Di questo devo ringraziare il mio coautore, la mia famiglia - specie mia madre e mia nonna - che mi hanno sempre sostenuta, gli amici che si sono sorbiti l'ingrato compito delle correzioni di bozze improvvisate o, se disegnatori, che hanno speso ore e ore su disegni rappresentativi dei pg - fai così gli occhi, no i capelli devono essere così e cosà, e non porta armi! - e che ringrazio per la loro infinita pazienza. Ringrazio soprattutto la mia testaccia dura. Se non l'avessi avuta, avrei mollato molto tempo fa.

No, non sto scadendo nello sdolcinato. E' solo soddisfazione. E' tale che non mi rendo bene conto quanto velocemente è progredito il mio lavoro nella scrittura. Il 2012 vedrà in uscita un mio racconto in un'antologia e altri progetti - di cui ora non posso menzionare, lo farò appena posso - che vedranno la luce entro pochi mesi.

E adesso mi ritrovo alla vigilia con la voglia di.... mmmmmm... ma sì, perché non fare il trailer del secondo tomo? :-)

martedì 8 novembre 2011

5186

E' solo un numero... almeno così sembra.
Può essere piccolo come può apparire grande... Se vi dico che sono giorni di attesa, mi credereste?

Vi risparmio i calcoli, sono poco più di 15 anni. A partire esattamente dal 27 agosto 1997. Cosa è accaduto quel giorno? Molto semplice: ho iniziato a scrivere. Con carta e matita, usando una cartelletta con il marchio del Giro d'Italia e i fogli della stampante come pagine.

E questo giorno, 8 novembre 2011, ho tra le mani (assieme a Luigi, il mio co-autore) il mio primo, vero, contratto di pubblicazione.

Non so descrivere ciò che sto provando. Non l'ho ancora realizzata appieno. Forse quando avrò il libro stampato tra le mani, come ho sognato da anni e anni, potrò veramente lasciarmi andare. Ora sono come inebetita, incapace di mettere ordine tra i pensieri. Allora continuo a scrivere, anche se gli occhi volano lì a quei fogli, che ho firmato in duplice copia e che devo rispedire.

E' presto per i ringraziamenti, ma voglio ringraziare chiunque mi sia stato vicino, che ha sorbito con immane pazienza i miei sproloqui e le mie continue descrizioni di trame e avvenimenti, a chi mi ha dato un consiglio, a chi semplicemente sbirciava oltre la spalla per vedere cosa scrivevo. 
E non posso fare a meno di pensare a mia nonna, che ci teneva così tanto e non è riuscita a rimanere con me fino alla fine di questo cammino. Nonna, ce l'ho fatta. Saresti orgogliosa, ci saremmo dati il cinque ridendo come matte. Te lo porto quando esce, stai tranquilla, la tua copia l'avrai. Su questo non ci piove.

Non rivelo la casa editrice, non voglio spoilerare nulla di nulla finché il libro non vedrà la luce. Ora come ora voglio solo godermi questo momento, alla barba di chiunque cercava di convincermi a mollare, che era inutile, che sognavo e basta. E che male c'è a sognare? Quindi continuate a farlo. Io non intendo smettere. Alla fine si avverano, se uno è convinto abbastanza da realizzarli.

E ora se non vi dispiace... vado a stapparmi una bella doppio malto. Ci vuole, cacchio! :-D

giovedì 13 ottobre 2011

Traguardo

Avrei dovuto scrivere questo post almeno dieci giorni fa, ma non mento se dico che il lavoro (anzi, I lavori) hanno assorbito la quasi totalità del mio tempo. Ho avuto appena la possibilità di dedicarmi alla musica e allo sport (tiro con l'arco, da una settimana, e mi sono scoperta talentuosa, ne sono felice :-) ) e, soprattutto di fermarmi a riflettere.

Il 1 ottobre... "e son 30" ho detto quando mi sono alzata dal letto. E sinceramente l'ho detto con meno amarezza di quanto mi sarei aspettata. Vuoi un po' la prospettiva della festa che si sarebbe consumata quella sera, vuoi un po' la compagnia (sono venuti amici un po' da ogni dove, Luigi da Formia, Luca da Torino, i miei amici di scherma da Lecco e dintorni), vuoi un po' la bella giornata, non ci ho pensato quasi per niente. Fino alla sera prima contavo anche i minuti per godermeli da "under 30" - forse perché appunto consideravo gli over 30 i vecchietti "più vicini" a me, perché cominci a sentire forte il peso delle responsabilità. Ora non scappi più, sei grande, e altre cantilene simili.
Eppure, quando è suonata la campana fatidica, quando sono arrivata alla sera, al cuore della giornata (a cena in 17, più spumante e torta al nostro pub preferito con tanto di concerto del gruppo -  e canzone scritta in mio onore O.o - ) ho tirato le somme e direi che il conto finale non è affatto salato.
Anzi.
Ho dato uno sguardo alla tavolata, alla gente che l'affollava, e non avete idea della felicità che ho provato. Nella mia testa ho comparato la situazione di qualche anno fa con quella attuale e mi sono resa conto che, con le scelte fatte con la mia testa, col cuore e senza altra imposizione, ho guadagnato molto, molto più di quanto ho perduto. Fino a qualche anno fa non credevo di poter avere così tanti amici, così tante persone che tenevano a me soltanto per ciò che sono. Così tante persone che amano il mio carattere benché difficile, a cui piace ciò che faccio e perché, persone per le quali voglio un bene infinito. Persone che avrei voluto abbracciare e ringraziare una dopo l'altra per farmi sentire così bene. Avevo a tavola non solo amici, ma veri fratelli e sorelle, e non ho smesso di ridere un solo istante. 
Quello era l'importante. Era tutto così diverso dalla situazione di qualche anno fa. Ero me stessa ed ero felice di esserlo, anno più anno meno.

Per questo i pensieri di invecchiare non mi hanno toccata più di tanto. Certo, qualcosa "senti". Non come acciacchi eh XD ma come responsabilità, l'ho detto anche prima. Non avere ancora una casa propria e un lavoro garantito sono sempre scogli delle mie giornate, ma io vado avanti consapevole di farmi il culo (passatemi la finesse) per i miei sogni. L'ozio? L'ho dimenticato. Io lavoro, notte e giorno. Il sogno si sta avvicinando, devo solo sprintare per le ultime falcate.

E alla fine, poi, l'età cos'è? La insegui quando sei piccolo, la disprezzi quando cresci. Come la volpe e l'uva, alla rovescia. Ma a me l'età ha portato molte esperienze, condensate in pochi anni... un vortice dirompente di avvenimenti. Ho fatto cose che altre mie coetanee non hanno fatto o nemmeno avuto il coraggio di fare. Il gruppo; la scrittura; il lavoro; le passioni, lo sport, la musica... Lo studio in accademia, e poi i viaggi, le follie, gli amici...  ultimo ma non ultimo, Enrico, il mio fidanzato. Averlo accanto nel compire i 30 è stata la vera felicità.

La cosa più bella, alla fine della giornata? Aver scoperto di essere rimasta, dopo tanto tempo, la "testa di cazzo" che ero ai vent'anni. Vi assicuro che sono soddisfazioni!
E per citare una persona che più che un amico è un fratello: "Tu non invecchi: tu avanzi di livello."
Eh già! :-)


PS: beh.... ovviamente non poteva mancare l'auto-regalo di compleanno: il bellissimo Chapman Stick che sognavo da un po'!

martedì 30 agosto 2011

Not(t)e di fine estate

Domenica scorsa sono stata al Busker Festival di Ferrara, assistendo alle esibizioni di molti artisti da strada. Chi più chi meno mi ha veramente impressionato, ma credo che l'esibizione che maggiormente mi ha colpito è stato sul gran finale, al Busker Night, dove sul palco si sono susseguiti svariati gruppi... e un artista solitario che è stato quello che mi ha folgorato, insieme al suo strumento: Eliah Levy, di San Francisco. Per chi non lo conoscesse, ecco qui una sua esibizione:


Oltre alla bravura dell'artista - che mi ha lasciato a bocca aperta -  sono rimasta affascinata dallo strumento che suona, che altri non è che il Chapman Stick. Mi ha rapito non solo il suono, non solo il modus suonandi, (passatemi il termine) ma soprattutto le melodie che riesce a produrre. Ovviamente bisogna saperci fare, non è certo uno strumento che si impara facilmente come una chitarra classica. Però...che vi devo dire? Me ne sono innamorata. L'unica pezza è il prezzo proibitivo: i più economici si aggirano sui 1500 euro. Il mio rivenditore di fiducia mi ha detto che non ha problemi a fare una rateizzazione (contando che comunque bisogna ordinarli dalla California perché la sola e unica ditta che li produce - Chapman appunto - si trova là), però ovviamente è un investimento per il quale ci devo pensare molto, molto bene: insomma, come tutti, i soldi non li gratto dai muri....

Tuttavia da quando ho visto questo strumento non ho pensato ad altro. Forse perché collima tutto ciò che amo nella tastiera e nella chitarra e allo stesso tempo ne elimina i difetti: il tapping è diverso da quello di una chitarra normale (ha una action molto più bassa), basta "toccare" appena la corda sul tasto voluto per avere un suono pulito, proprio come una tastiera. Allo stesso tempo le sonorità delle corde basse, molto profonde, danno allo stesso tempo la ritmica e l'accompagnamento, di tutto rispetto tra l'altro (PS: in un comune stick, sono 10 corde, 5 basse e 5 melodiche. Non a caso molti bassisti fanno dello stick il loro strumento di punta, ma lo considero uno spreco...). Tra l'altro, l'unico limite per cui non ho mai suonato la tastiera è perché spesso e volentieri nell'area visiva non riesco a far rientrare entrambe le mani, quindi sbaglio spesso. Qui no: ho la visione periferica che abbraccia entrambe le mani (data la posizione verticale dello strumento) e quindi sono facilitata. Attenzione, non sto dicendo che è più facile da suonare, ma di certo non pone ostacoli più di quanto non lo faccia una tastiera o una chitarra.
Con la corretta amplificazione (niente di troppo elaborato comunque) si raggiungono livelli di sonorità assolutamente incantevoli.

Insomma, per dirla tutta, ci sto pensando seriamente, perché come strumento da solista mi attrae tantissimo. Tra l'altro ho saputo, con immenso dispiacere, che la più famosa sticker italiana, Virginia Splendore, è morta proprio pochi mesi fa. E' veramente un peccato perché ho sentito le sue esibizioni e suonava veramente bene (aveva anche un master sullo strumento, era l'unica in Italia). Se volete sentirla guardate questo video: personalmente adoro il pezzo da 2:46.



E qui... un'altra esibizione più "simpatica", quando l'ho ascoltata mi sono detta: geniale!



venerdì 26 agosto 2011

Odio

Non credevo di poter odiare una persona. Non così tanto.

Non credevo di poter assistere a tanta bassezza, a tanta arroganza, specialmente da una persona che per prima dovrebbe stare zitta. Che non si dovrebbe neanche permettere di fiatare, tantomeno sparare giudizi su  cose che nemmeno conosce spacciandole come verità assoluta e, quel che è peggio, facendomi passare per un mostro agli occhi di tutti gli altri.

Non credevo che per colpa sua avrei visto riflesso nello specchio il sorriso freddo di chi immagina la propria vendetta. Di chi la vede avverarsi. Di chi la agogna, con la calma e la lucidità che precedono le tempeste.

Non credevo di odiare, e la cosa più terribile è che non faccio nulla per impedirlo.
Non stavolta.





giovedì 11 agosto 2011

Pausa estiva, ma niente ozio

Oggi è l'ultimo giorno di lavoro, poi la chiusura di ferragosto della ditta mi concederà un'intera settimana tutta per me. Oddio, dire "per me" è un po' forzato, dato che non sarò a panciolle né al mare né in montagna, ma sarò all'opera, come sempre...
Infatti c'è il mio secondo lavoro editoriale che deve procedere, devo quagliare assolutamente, altrimenti rischio di non farcela per tempo. L'unica pausa che mi concedo è questo weekend, con il mio ragazzo, per festeggiare il nostro quarto anniversario. (Beh, lì non c'è scusa che tenga, vi pare? :-P )


Anche la composizione musicale langue, devo dargli una scossa. Ho in mente qualche interessante spunto, ma li devo tradurre in note e svilupparli al più presto.


Per il resto... scrittura, scrittura. Tanta scrittura. I libri chiedono a gran voce la mia attenzione. Le nuove trame sono solo appunti sparsi, devo dar loro capo e coda. Insomma... ferie per modo d dire, mi devo mettere sotto!

mercoledì 20 luglio 2011

Crudeltà, seconde possibilità e false illusioni

Ultimamente mi sono ritrovata a dover discutere di alcune mie decisioni. Discussione che è culminata in una frase "Eh, ma potevi concederle una seconda possibilità", frase che normalmente mi fa andare in bestia.

Ma andiamo per ordine.

Capita a volte che tra amici ci si fraintenda e per carità, i litigi possono starci. Ma da essere amico a essere soltanto un misero approfittatore ne passa di acqua sotto i ponti e io, quando mi accorgo che si tratta del secondo caso, io tronco senza pensarci due volte, a maggior ragione se mi accorgo che i comportamenti della persona in questione non sono mai stati disinteressati. Hai voglia da piagnucolare e a fare la vergine oltraggiata: se perdi la mia fiducia, volgarmente parlando, ti puoi attaccare al tram. Anche se molto spesso, io prego che il diretto interessato si metta davanti alle ruote del tram ma questo è un altro discorso.

Per me troncare significa troncare. Punto. Attenzione, non parlo solo di situazioni amorose, ma anche rapporti di amicizia o semplice conoscenza. Se io non voglio più avere a che fare con qualcuno, faccio di tutto perché non accada e - escludendo l'incontrarsi in strada per puro caso - elimino qualsiasi occasione perché ci si riveda. E non lo mando a dire, lo metto chiaro e tondo e dove non arrivano i segnali, arriva la mia voce, chiara e limpida: "non ho più niente da spartire con te".

Eppure, sia perché i falsi sordi esistono sempre, sia perché a volte alcuni pensano che l'opinione altrui sia totalmente da soprassedere, mi ritrovo sempre a dover prendere a testate delle persone che, facendo finta di niente, si avvicinano dopo anni che non li vedi né ti interessi della loro vita, soltanto perché al momento non li fila nessuno e sperano che tu li riprenda in grembo. Ma col cazzo! Potete tentare di contattarmi dove vi pare, potete spiare la mia vita anche qui se avete questa insana pressione di sapere i fatti miei, tanto io non ho niente da nascondere. Ma io vi sbatterò sempre la porta in faccia, perché se decido di lasciare via pezzi della mia vita, non torno sui miei passi a raccattarli dalla polvere della strada. Sono come i rifiuti. Non so che farmene.

E oltre alla seccatura (perché non è che una seccatura, io non me la prendo, anzi a volte me la rido di gusto alla vista di patetici tentativi di riappacificazione) si aggiunge la beffa. Di chi, vedendo che io ignoro alcune persone che fanno gli occhi dolci, esordisce col fatidico "Eh, ma potresti dargli una seconda possibilità".

No. No. Ma anche no, e ancora no. La stima è una sola, la fiducia idem, e se le perdi non le riconquisti più. I rapporti ricostruiti "perché sì" sono come vasi rotti e poi incollati: perderanno sempre acqua e saranno soltanto fonte di altri guai.

E basta con la solfa "ma come sei crudele!" Sono stufa di queste lagne! Crudele?! Crudele sarebbe rimettersi a sopportare certe persone tanto false quanto melense, con quel sorriso da leccaculo sulle labbra e l'animo da ladro del Medioevo. Questa sarebbe crudeltà, e nei confronti di me stessa. Io poi sono una che ha pazienza; ce ne vuole per mandarmi fuori dai coppi, ce ne vuole per farmi odiare le persone, e ce ne vuole davvero tanto, chi mi conosce lo sa. Ma quando mi accorgo che non ne vale la pena, bon, stop, basta. Senza se e senza ma. E soprattutto, non metto in gioco la mia serenità per i comodi o per le lagne di qualcun altro. Ci potevano pensare prima, punto.

Chi mi perde, è per sempre. O per meglio dire, usando l'espressione della mia generazione: sono beneamati cazzi suoi.

mercoledì 13 luglio 2011

Dopo l'assenza...

Allucinante. Se guardo la data del mio ultimo post, è passata una vita dacché passo da queste parti. D'altronde, chi diavolo ha il tempo ormai..?

Sono indietro anche con le letture, scrivo ogni momento libero del giorno, e il resto è per il lavoro (deo gratia che mi hanno rinnovato il contratto fino a fine anno, un pensiero in meno...)


Ci sono state delle novità in campo scrittorio che non anticipo qui - prendetelo come una sorta di "segreto professionale" - ma che comunque hanno portato un bel venticello di sollievo, non dico una garanzia ma una speranza per poter vedere finalmente pubblicate le mie fatiche.


Lato musicale sto scoppiando, in senso buono: la creatività sembra essere tornata e sono al lavoro sulla composizione di tre canzoni, due per il gruppo (che ultimamente spopola, ci hanno chiamato un po' dappertutto e il 4 agosto saremo pure a suonare nella piazza principale della città) e una che sto preparando come "colonna sonora".


Il secondo libro procede, anche se a volte gli intoppi (aka: intrecci di trama da definire) ci fanno rallentare, senza contare che il lavoro assorbe le nostre giornate e la sera è l'unico momento in cui possiamo trovarci senza essere disturbati.

Sul primo la revisione è finita... ora è nelle mani di chi di competenza... e non dico altro :) questo spoiler vi potrebbe far intendere il sollievo di cui parlavo prima.


Beh, non c'è altro da dire se non "incrociamo le dita". Il massimo lo sto dando, speriamo possa concretizzarsi. Sarebbe anche ora.


sabato 21 maggio 2011

Mi hanno detto che...

Mi hanno detto che sono una mammona irresponsabile soltanto perché divido lo stesso tetto coi miei.

Mi hanno detto che sono una snaturata immatura perché a pochi mesi dal compiere trent'anni non penso a sposarmi o a fare un figlio.

Mi hanno detto che sono una brutale insensibile perché dico le cose in faccia senza sconti.

Mi hanno detto che sono un maschiaccio perché alle borse e alle scarpe preferisco le spade, le moto e le chitarre elettriche.

Mi hanno detto che sono un'alcolista solo perché il venerdì sera con gli amici ordino una birra rossa e non un the freddo.

Mi hanno detto che non ho emozioni solo perché non mi commuovo davanti a un film.

Mi hanno detto che devo crescere perché scrivo romanzi fantasy.

Mi hanno detto che non sono realista perché penso troppo ai miei sogni.


Io invece non ho detto niente. Col cavolo che spreco il mio tempo per far comprendere le cose alle grette teste di legno (per non dire d'altro).

mercoledì 30 marzo 2011

A mali estremi...

...soluzioni estreme. Purtroppo è vero. E' pazzesco, quasi non me ne rendo conto, che una "banale" discussione familiare abbia portato a galla qualcosa di latente. Gli altarini si scoprono e, mentre io non ho mai nascosto ciò che pensavo, scopro molte cose che invece gli altri pensano di me. Mi spiace, ma non poter reagire quando mi si dà della fallita solo perché "tu sei ancora in questa casa e non hai il diritto di parlare" è troppo. Non lo sopporto.
Da qui la decisione: andare a vivere per conto mio. Con tutti i pro e i contro della faccenda.
La cosa mi rattrista. Non è paura, no. Davvero, lo giuro. Mi rattrista perché è una decisione sofferta, data dal non avere alternativa. Io ho sempre cercato di avere rispetto per gli altri ed è assurdo avere il diritto di avere rispetto soltanto tra le mura di casa propria. E' triste sapere che l'unico modo di avere il semplice diritto di esprimersi, di dire la propria opinione, di poter far valere la propria persona sia di non avere debiti con nessuno. Davvero triste.

Ho appena rintracciato l'appartamento candidato. 50mq, bilocale, arredato, no spese condominiali, a poca distanza dalla città. Compromessi, sempre compromessi. Stavolta, però, sono lucida. Incredibilmente lucida.
Auguratemi buona fortuna. Mi servirà.

giovedì 24 marzo 2011

Un sospiro di sollievo

Che ci vuole davvero in molte occasioni...

Sono riuscita ad accaparrarmi un lavoretto part time che mi permetterà di campare per i prossimi sei mesi, il che è positivo. Il che vuol dire che potrò permettermi i piccoli viaggi per Parma Fantasy e altre mete "da weekend" per incontrare amici e professionisti.

L'altra nota positiva è che lato editoriale si sta concretizzando qualcosa, non per il libro che abbiamo terminato, purtroppo, ma per altro. Non spoilero, per ora, ma posso dire che non è arrivato un solo contratto, ma addirittura due :)

In definitiva, per ora si piglia un respiro, si ricarica le pile... e si va avanti :)

martedì 8 marzo 2011

14 febbraio

14 febbraio, una settimana dopo aver messo fine parola al romanzo, io e Luigi su Skype. Qualche battuta, un po' di silenzio mentre si naviga su Internet, si commenta qualcosa. Poi:

- Ho voglia di scrivere.
- Anche io.
- Che dici?

E il secondo volume della nostra saga ha così inizio...

mercoledì 9 febbraio 2011

The end

Di solito la parola "Fine" terrorizza, ma non stavolta.

Ieri, 8 febbraio 2011, alle 00.28 di notte, io e il mio amico abbiamo terminato il fatidico libro a quattro mani che abbiamo iniziato quasi 4 mesi fa, il 13 ottobre scorso.

Un brindisi via Skype, la consapevolezza che ci afferrava a poco a poco, il ripromettersi di festeggiare come si conviene al prossimo incontro... non sembra quasi vero, ed è una cosa che ci ha scombussolato.

Ci sono ancora delle cose da fare... finire la mappa, creare la sinossi, lavorare sulla dramatis personae, rileggere e correggere fino allo sfinimento... ma la cosa più importante è averlo finito. L'aver dato capo e coda a una storia. L'aver resistito, senza ripensamenti, senza la tentazione di tornare sui propri passi. L'aver creduto in qualcosa... e questo, al di là di come andrà a finire, se e quando questo romanzo vedrà la luce sulla carta stampata, per me è già una splendida vittoria.

Lunga vita ai sogni *alza il calice*

sabato 29 gennaio 2011

The first and the last

Primo post del 2011. Non è che ci dia un significato mostruoso solo per questo, ma è curiosa la coincidenza che lo stia scrivendo all'alba di qualcos'altro che invece è agli sgoccioli.

Siamo all'ultimo capitolo del libro a quattro mani (escludendo l'epilogo che però è veramente semplice, se paragonato al resto) e vi giuro, è qualcosa che spaventa. E' sollievo e timore allo stesso tempo. Sono le battute finali, l'ultimo atto, l'apogeo di ogni azione che abbiamo scritto fin adesso. E deve essere all'altezza di quanto è stato scritto prima, senza cadere di tono, senza deludere. Allora curi ogni singola espressione, non verti mai sul banale. E' il momento in cui i tuoi personaggi vincono o perdono, o fanno pari e patta (non spoilero niente :P ). E' il momento in cui tiri le somme, in cui tutto verte in un unico punto, senza se e senza ma. Se solo immaginarlo dà un senso di vertigine, vi giuro che mettersi a scriverlo è qualcosa senza pari. Esiti sulla tastiera, cerchi l'espressione più appropriata, cerchi di non scordarti di nessun punto di vista o rifletti su quale sia meglio adottare, ti sforzi che la prima stesura sia quella vincente. E' difficile, ve lo giuro, soprattutto quando, essendo due scrittori a lavorare insieme, quest'emozione ibrida la si condivide.

Escludendo la saga che ho scritto a 15 anni (da non considerare, perché stilisticamente inguardabile X-D) non sono mai arrivata al finale di un mio libro, ed è qualcosa impossibile da descrivere. Posso solo scrivere e sperare di dare il mio meglio nell'ultimo sprint finale.
E dopo?
Niente spoiler, mi spiace. La storia finirà qui? Ci saranno seguiti? Ci saranno altre storie connesse a questa? Sarà un ciclo o un romanzo a sé?
Posso solo dire che chi mi conosce sa la risposta.