mercoledì 28 novembre 2012

Rime dantesche per un programmatore (3)


Passando ultim'istanti di lavoro
tra codice ostil e pur cazzeggio
adocchio l'orologio e mi rincuoro:
nel core mio pregusto il buon dileggio
d'Assassin's Creed l'overdose da gioco;
D'un tratto, il citofono e, ancor peggio,
un tizio che molesto è dire poco
insistere all'uscio e guardar dentro.
Già questo sveglia in me velen di foco:
chi èèèèèèè?! Chi mi disturba, che lo sventro?!
Manca poco e vorrei togliere le tende
ma l'omino, d'intelletto forse lento
dimostra scortesia e si protende
bussando e invocando "C'è qualcuno?"
Lo scroto mio a rader terra scende
l'istinto è finger d'esserci nessuno
ma lui vede le luci e insiste ancora
e'l capo, al motto "trenta e fai trentuno"
tradotto "finché dico, tu lavora"
comanda che all'intruso dia ingresso.
Costui, prima di prendere parola
di sedia mia ne fa proprio possesso
"Vorrei parlar di software, quanto costa?"
Alché mi vien da dir "povero fesso,
non posso pronunciar niuna proposta
se tu a me non dici che vuoi pronto"
E lui candido come una supposta
"Discuterne farà venir tramonto"
E tu, brutta cloaca emorroidale
all'ultimo minuto fai l'incontro...
"Mi scusi, il dì venturo può aspettare?"
Quand'ecco che la sua faccia si fa nera
e tono d'arroganza ha il suo parlare:
"Perché, non posso averlo già stasera?"

Nessun commento:

Posta un commento