sabato 9 ottobre 2010

Non è questo il giorno [cit.]

Ci sono giorni in cui l'ispirazione è un fantasma, qualcosa che ti aleggia attorno, che rende nota la sua presenza ma non ti tocca: ti passa attraverso le membra, impalpabile, immateriale, senza che su di te rimanga traccia alcuna.

Ci sono giorni in cui le parole vergate sulla carta, o impresse su uno schermo, sembrano uscire a fatica; giorni in cui snocciolare una frase che abbia una certa incisività sia difficile come masticare del pane raffermo: più ci provi e più ti si sloga la mascella cercando di ammorbidirlo.

Ci sono giorni in cui guardi quella pagina bianca sperando in un miracolo; giorni in cui senti le tue speranze vacillare, in cui hai quasi la sensazione di non essere nemmeno all'altezza di raccontare la storia che hai in mente, come se il tuo stile fosse sufficiente a svilirla.

Ma non è questo il giorno.

Perché c'è quel giorno, quella notte, quell'istante, quel lampo di vita in cui l'ispirazione ti siede accanto, sbirciando il foglio dove scrivi e sussurrandoti all'orecchio quell'idea che nemmeno avevi preso mai in considerazione, quell'intreccio particolare che dà più salsa alla storia che stai narrando e la rende più avvincente, quel dettaglio che ti era sfuggito e ti si presenta come uno sbocco fenomenale per far evolvere la storia in maniera naturale.
Quel palpito che ti fa scrivere la parola perfetta al punto giusto, in modo che si imprima negli occhi del lettore e rimarchi quel particolare concetto che vuoi che non scordi mai.
Quel momento in cui, cullato dalle note di una musica che sembra imprigionare in sé l'essenza di un mondo, lasci che le dita si muovano da sole, che i pensieri diventino parole e si riversino sul foglio che stai riempiendo sempre più, come fiumi che concludono la loro folle corsa nell'immenso oceano.

E' adesso.

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