lunedì 17 maggio 2010

Alla fine...

...l'ho fatto. Senza ripensamenti, senza clausole, incertezze o altro.

Stamattina ho firmato, consegnato e ricevuto controfirmata la lettera che dice che dal 16 giugno in poi, io non lavorerò più per $mia_ditta.

Sì, è così. Ho dato le dimissioni.

Sinceramente le dimissioni sono qualcosa che mi hanno sempre fatto molta paura. E' almeno un anno che pensavo di licenziarmi, ma non pensavo di avere abbastanza fegato per farlo. E' vero. Finora mi sono sempre frenata con il pensiero che finché non trovavo altro non mi sarei tolta dai piedi. Avevo paura di rimanere senza soldi. Invece ora ho fatto i miei debiti conti e ho deciso: ora o mai più. Se aspetto ancora un po' rischio 1) di rimanere invischiata in altri progetti che non mi permetteranno di andarmene via senza eventuali rotture di $cose_rotonde... 2) di rimetterci di brutto, veramente... ultimamente (ma non è una novità) la salute se ne stava andando davvero a ramengo.

Ergo, ho deciso. Ho un minimo di tranquillità perché so che, se vorrò ritornare nel caso sia davvero davvero in crisi senza il becco di un quattrino e una speranza di lavoro, potrò farlo. Ora si va in caccia di un part time che mi dia qualche entrata e mi permetta un po' più di tempo per fare ciò a cui aspiro: scrivere.

Il mio capo è stato molto comprensivo; ci siamo lasciati serenamente, senza rancori o altro.
Il che mi tranquillizza, dato che tra un mese, a parte un bel malloppo di buona uscita, non avrò introiti fissi. Ma tant'è. E' un rischio e lo accetterò come tale. Poi non è detto.. magari durante il preavviso colgo al volo un'annuncio o approfitto di un'occasione... chi lo sa?

In famiglia non l'hanno presa bene. E' iniziato il martellamento/sensi di colpa da parte di mia mamma... lo so benissimo anche io che un lavoro non si getta così: ciò che non capisce è che non l'ho fatto "per capriccio", non l'ho fatto perché è capitato un imprevisto passeggero che mi ha fatto dire "no basta non ne posso più". E' qualcosa che mi trascinavo dentro da molto, che mi faceva stare male, e alla fine ho detto basta. Prima di compiacere gli altri devo rispettare me stessa, e andando avanti così ci avrei rimesso anche in salute. Era un prezzo che non potevo pagare, qualcosa che nessuno stipendio mi avrebbe permesso di ricomprare.

Che dire... speriamo... ora mi metterò d'impegno, su tutti gli altri fronti.
Voglio scrivere, concludere i miei lavori. Tra poco ne avrò il tempo e non ci saranno scuse.
E che Dio ce la mandi buona...

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